Da sabato 2 dicembre 2023, presso il Museo d’Arte Moderna “Ugo Carà” di Muggia, è visitabile la mostra “Magia pitagorica” dedicata al pittore triestino Ireneo Ravalico (Pirano, 1922-Trieste, 2014), curata da Massimo Premuda e Fabrizio Stefanini e organizzata dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Muggia, per celebrare i 10 anni dalla morte dell’artista. L’esposizione, nell’ambito di “C’era una volta a Muggia… #7”, presenta principalmente i quadri ad olio realizzati dagli anni Cinquanta agli anni Novanta, periodo in cui l’artista si concentrò principalmente sul mondo del gioco e dell’infanzia.
In mostra una cinquantina di oli su tela e tavola di medie e grandi dimensioni dedicati al mondo dell’infanzia che, partendo da innumerevoli ritratti di bambini di un altro tempo, ci conducono ai giochi e giocattoli di una generazione di bimbi ormai distante da noi, dal cerchio al monopattino, dalle bambole agli aeroplanini, dagli orsetti alla mosca cieca, dal salto con la corda ai pattini a rotelle, dai giochi da spiaggia alle carte. Il percorso di mostra si concentra poi sulle vedute della città e della natura, per scivolare verso il mare con le sue famose barche a terra o a mare, per chiudersi infine con i suoi iconici cieli carichi di nubi in cui i riferimenti alla terra e al mare si fanno sempre più labili fino a trasformarsi in un mero pretesto per nuove fantasiose creazioni in cui le nuvole nascondono forme antropomorfe e zoomorfe per la gioia dei bambini che da sempre amano ritrovare e riconoscere in cielo forme, animali, personaggi… E proprio a tal proposito, il critico Sergio Molesi dalle colonne di “Trieste Oggi” evidenziava che: “I cieli di Ravalico sono sempre stati limpidamente colorati e ordinatamente inquadrati in un pacificato rapporto di intelletto e sensibilità. Ora invece sono animati dall’articolata presenza delle nubi, che si costituiscono come intrusione organica e disordinante nel quieto ordine razionale del mondo pacatamente metafisico di Ireneo Ravalico. Ma le nubi hanno provocato nei lavori recenti dell’artista triestino un brusco cambiamento di clima, uno stravolgimento della meteorologia dei cieli e dell’anima.”
L’ampia mostra al Museo Carà intende rileggere la figura e la poetica dell’artista che, proprio fra gli anni Cinquanta e Novanta raggiunge l’apice della sua cifra stilistica, caratterizzata da una luminosa ricerca personale che Massimo Premuda sintetizza così: “La produzione di Ireneo Ravalico per più di 40 anni investiga una pittura contraddistinta da un senso di arcano e magico, tra il surrealismo e la metafisica, e sempre abbinata ad una misteriosa armonia pervasa di sogni e simboli. Dal suo percorso emerge in particolare una rigorosa ricerca di una “magia pitagorica” che mira a riportare in vita l’armonia universale del cosmo. Attraverso la filosofia e la geometria, l’artista cerca così di farci intravedere nuovamente l’armonia della realtà e dell’universo per elevarci spiritualmente, ristabilendo l’equilibrio fra microcosmo del singolo e macrocosmo del creato, tra simmetria ed euritmia.” E proprio in merito alle sue opere ricche di “magia pitagorica” il critico Giulio Montenero scriveva su “Il Piccolo”: “Un mondo meraviglioso, riscoperto con la gioia degli occhi adolescenti e con la pacata saggezza di un neoclassicismo, il ricupero della lezione del “Novecento”, che riesce a trovare ancora la magia pitagorica, l’armonia universale nel microcosmo delle occasioni quotidiane. Estrapolare col nitore del disegno, con la semplicità dei volumi, con la purezza delle tinte piatte, quei rari momenti di sereno incantesimo che un osservatore sensibile riesce a percepire fra le violenze quotidiane. La sua pittura “novecentista” restituisce alle cose il silenzio di cui hanno bisogno per farci sentire il sussurrato invito a un’intesa amorosa con il mondo che ci circonda.”
In mostra, come detto, molte opere del periodo della maturità che Fabrizio Stefanini analizza così: “La chiarezza e l’essenzialità della sua pittura possono dare l’impressione di una elementarità che è solo apparente, venendo inquadrato, da parte della critica, nell’ambito del cosiddetto “realismo magico” o riferito alla “pittura metafisica”. La sua pittura tuttavia sfugge a classificazioni rigide e ha una forte componente personale che egli rivendicava con cosciente senso di autonomia, anche se con modestia. L’impressione di chi guarda i suoi quadri più maturi, di ciò che essi comunicano a livello immediato e intuitivo, è di un’arte rigorosa, netta, che ferma e fissa la realtà in un istante di silenzio carico di senso e di sospeso mistero. Ireneo Ravalico, che rifuggiva da ogni complicazione e prolissità critica, ha prodotto un’arte ricca di umanità e di un senso religioso della vita. In sintesi, una semplice complessità.” E in merito al pittore, ricorda anche i suoi contatti con gli artisti di Trieste e Muggia: “Negli anni Sessanta, ebbe uno studio in una mansarda di via Giulia dove lavorò a stretto contatto con i pittori Marino Sormani e Livio Rosignano. Ebbe rapporti amichevoli con altri pittori come Aldo Bressanutti, Giovanni Duiz, Mariano Cerne e altri molto noti e affermati. Reciproca era anche la stima tra lui e la pittrice muggesana Livia Roncalli Stener, con cui condivise un periodo d’insegnamento come collega nella Scuola Media Manzoni di Trieste.”
Ireneo Ravalico (Pirano, 1922-Trieste, 2014)
Nato a Pirano nel 1922, è stato insegnante di disegno in varie scuole superiori di Trieste e Monfalcone, di prospettiva presso la Scuola Libera di Figura del Civico Museo Revoltella e direttore dei corsi di cartellonistica presso l’ENALC-Ente Nazionale per l’Addestramento dei Lavoratori del Commercio. La sua attività artistica è iniziata subito dopo gli studi nel 1939 e la sua prima mostra personale viene presentata a Trieste nel 1949. Ne seguirono molte altre tra le quali una di rilevante importanza alla Galleria Montenapoleone di Milano. Di pari passo l’artista era presente con sue opere in significative rassegne nazionali tra le quali è doveroso segnalare quantomeno la Quadriennale romana, la Biennale d’Arte Sacra di Novara, la Mostra d’Arte Contemporanea di Roma, le Biennali Trivenete di Padova, il Premio Suzzara, la Biennale Nazionale d’Arte di Milano, il Premio Alatri e molte altre ancora. In ambito regionale è stato presente a tutte le rassegne importanti tenute a Trieste, Udine e Gorizia e ha preso parte a varie mostre di artisti regionali in Italia. Alcune sue opere sono nelle collezioni pubbliche regionali. Artista di rara coerenza ha sviluppato il suo discorso partendo dalla lezione novecentista. Lungo il percorso è andato, di volta in volta, accentuando o rarefacendo l’elemento simbolico e l’atmosfera metafisica dirigendo il suo interesse dai soggetti di fantasia alla raffigurazione del paesaggio reso con nitore di luci e prospettive, e deserto da ogni presenza umana. Molto si è occupato di figura nei ritratti, nei gruppi, nelle scene profane o d’arte sacra. Colorista intenso, dal colore limpido e non tormentato, si rivelava attento alle armonie compositive, pronto a recepire in chiave intimistica i suggerimenti e le stimolazioni dei vari soggetti proponendo atmosfere di incantato surrealismo. Firmava le sue opere con il nome Ireneo.
da “Dizionario degli artisti di Trieste, dell’Isontino, dell’Istria e della Dalmazia”
di Claudio H. Martelli
La mostra prevede infine quattro eventi collaterali pensati proprio per i più piccoli, domenica 3 dicembre alle 16.30 al Museo Carà si parte con “Il mio primo concerto: musica con mamma e papà” organizzato dalla Scuola di Musica della Civica Orchestra di Fiati “G. Verdi”-Città di Trieste, per bambini da 0 ai 3 anni, e venerdì 29 dicembre alle 17 al Teatro Verdi con la rassegna di corti di animazione “Il Trieste Film Festival e la magia dell’inverno”, organizzata da Alpe Adria Cinema per bambini dai 4 anni in su. E poi si prosegue nell’anno nuovo domenica 7 gennaio alle 10.30 al Museo Carà con le letture “#ABASSAVOCE speciale Giochiamo con i libri”, organizzate da Nati per Leggere, per bambini dai 3 ai 6 anni, e si finirà domenica 21 gennaio alle 17 al Teatro Verdi lo spettacolo di danza “I mille fili di Arianna”, organizzato dalla Compagnia Arearea, nell’ambito della rassegna “PiccoliPalchi” dell’ERT FVG, per bambini dai 6 anni in su. La mostra potrà essere visitata a ingresso libero fino a domenica 28 gennaio 2024 con il seguente orario: da martedì a venerdì 17-19, sabato 10-12 e 17-19, domenica e festivi 10-12.
https://www.museougocara.eu/en/events/https/muggiaculturaeu/ireneo-ravalico-magia-pitagorica